Notiziario della Marina
anno XXXVII, n°1, gennaio 1990

LA SCUOLA COMANDO
A MALTA

Una visita da ricordare

articolo di Tullio Marcon   

A Malta, la Scuola Comando c'è stata molte volte, anche se - a onor del vero - la tradizione s'era interrotta nel 1977; ma poi, nel maggio scorso, la 164^ sessione ha rotto il ghiaccio e, in un certo senso, ha spianato la strada alla crociera della 165^, in novembre.


Visita del C.V. Domenico Carro
al Vice Primo Ministro maltese
onorevole Guido De Marco.

Mutato il Capo Flottiglia: il C. V. Domenico Carro al posto del C. V. Pietro de Michelis di Slonghello, presente qualche corvetta al posto di un'altra: il Danaide invece del Minerva, il Todaro invece del Visintini e riconfermata la partecipazione di Urania e De Cristofaro, non è sostanzialmente mutato il programma della sosta, così come è stato riassegnato il posto d'ormeggio privilegiato al Crocifisso Wharf di La Valletta.

Fin qui, dunque, nulla di tanto rimarchevole da giustificare un articolo invece della concisa segnalazione sul calendario dei movimenti navali. Pure, qualcosa da dire in più vi è su questa crociera, o visita che dir si voglia, destinata - forse - ad essere ricordata tra i partecipanti come quella «del Museo». Qualcosa che ha da vedere tanto con le memorie del passato, quanto con la realtà odierna.

Iniziando dalle prime, si rammenterà che a Malta vi è un ricco museo della 2^ guerra mondiale al Forte di Sant'Elmo; tra i tanti cimeli conservativi con cura e restaurati con meticolosità, vi è un nostro «barchino» d'assalto, unico superstite della gloriosa, anche se sfortunata, operazione «Malta Due», occorsa il 25-26 luglio 1941.

Quando nel 1981, ricorrendone il quarantennale, esso fu esposto ai visitatori per la prima volta, vi fu una bella cerimonia cui partecipò, ospite d'onore, uno dei nostri assaltatori e della quale il Notiziario fece cenno. Invero, per l'occasione la direzione del Museo (che intrattiene ottimi rapporti con l'Italia) avrebbe anche gradito una presenza navale a livello ufficiale. Ma ciò non fu possibile, per una di quelle altalene politiche che la storia annovera in quantità.


Visita al War Museum nel Forte Sant'Elmo.
Da sn.: CV Carro, CF Peluso, CF Stefanelli,
CF Castelli, CF Panico, CF Daloiso, CC Tamponi.

Ebbene, questa volta s'è potuto rimediare, grazie a vari interventi mirati su un unico obiettivo: portare, cioè, al Museo Ufficiali di Marina italiani in divisa, e fotografarli attorno al «barchino» ed accanto ai pannelli che onorano quei Caduti della X Flottiglia MAS.
Il Comando Flottiglia, la Direzione del Museo e l'Ambasciata italiana a Malta vi sono riusciti. E non è cosa da sottovalutare, si vedrà.

Intanto, questo fatto ha idealmente concluso quella cerimonia iniziatasi in mare proprio sotto Sant'Elmo, due giorni prima, quando le corvette in entrata a La Valletta, hanno defilato dinanzi al pilone su cui s'infranse l'assalto, gettando alle onde una corona d'alloro e dando all'aria - una per tutte - la motivazione della Medaglia d'Oro alla memoria di Teseo Tesei.

Ma poi, al di là delle rimembranze, l'episodio va inserito ed ecco la realtà odierna - tra i «segnali» positivi di cui Malta non è stata davvero avara nei riguardi della presenza italiana, coincisa con la vigilia del vertice Bush-Gorbaciov. Presenza che, se non fosse stata più che gradita, avrebbe potuto ben essere evitata dal governo locale, e fatta slittare, motivando la decisione con gli impegni connessi all'imminente avvenimento.


Ricevimento a bordo di Nave Urania.
In centro: il Vice Primo Ministro maltese,
il Capo Flottiglia e l'Ambasciatore d'Italia

Che ciò non sia avvenuto, non appare casuale. Così come non è stato casuale lo spazio dedicato giornalmente dal Times di Malta alle navi italiane, né quel permesso di andare in museo in divisa; occasione definita (da chi ha pratica di sfumature diplomatiche) realmente eccezionale.
Tutto questo ha un chiaro significato, come senza mezzi termini l'ha espresso una delle più alte autorità maltesi, ospite sull'Urania.

Si è che Malta, oltre a ravvedere nell'Italia un essenziale garante della propria equidistanza tra i due blocchi, riconosce - nella propria tradizionale convinzione sull'influenza del potere marittimo - il ruolo affatto secondario svolto dalla Marina Militare italiana in Mediterraneo, per assicurarvi stabilità e libertà di navigazione, a vantaggio di tutti. Ed è tanto più indicativo che un invito a non lesinare la propria presenza navale sia stato rivolto da Malta all'Italia, proprio nell'imminenza del vertice su cui s'appuntano le attese del mondo.
È lecito quindi auspicare che tutto questo sia oggetto della massima attenzione e che certe attese non vadano deluse.

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